News / venerdì 16 maggio 2014

Da Facebook un acquisto online su tre

Da Facebook un acquisto online su tre

Olapic, startup fondata nel 2010 a New York da Pau Sabria, Luis Sanz e Jose de Cabo, nel corso di tre anni ha già raccolto sei milioni di dollari di finanziamenti e nei primi otto mesi dell’anno ha visto crescere del 600% i propri ricavi.
Alla base di questo successo vi è un’innovativa intuizione: lo sviluppo di una piattaforma di UGC (User Generated Content), in grado di intercettare con un algoritmo le foto postate dagli utenti sui canali social che abbiano un tag rigerito a un brand, e di aggregarle per i brand stessi, che poi possono ripubblicarle sui loro siti. In questo modo si crea comunità, fidelizzazione e di conseguenza acquisti.  

“I brand stanno iniziando a capire che l’unico fattore a differenziare i loro siti è la comunità dei clienti de che meglio interagiscono con essa, meglio vanno le vendite. Ed è qui che entra in gioco Olapic” afferma Pau Sabria. Coach, Gas, New Balance, Lancome, Veuve Clicquot sono solo alcuni dei 70 brand che beneficiano dell’acquisto di Olapic e hanno visto aumentare la conversione di ogni click sul loro sito in acquisto in media del 7%. Questa startup ha sicuramente il primato temporale, ma nel giro di poco tempo si moltiplicheranno gli strumenti di traduzione di post in e-shopping.
Nel primo semestre del 2013, secondo dati di Addshoppers elaborati da Business Insider, per il settore moda e abbigliamento da Twitter e Pinterest è derivato complessivamente circa il 50% dei social sales.   una strategia mirata e la consapevolezza della diversificazione del target a seconda della piattaforma di riferimento

I brand devono investire le loro risorse dove si trovano i clienti. In questo momento i clienti sono su Facebook, Twitter, Instagram” - prosegue Sabria - “Purtroppo negli ultimi anni molti hanno investito nei social senza un obbiettivo chiaro, magari solo per acchiappare follower e like, e poi hanno lottato per giustificare il Roi di questi investimenti. Noi siamo l’evoluzione, visto che serviamo a determinare questo dato.”
Eppure i numeri non bastano, è necessario superare la visione monolitica dei social, che rappresentano in realtà un universo multiculturale, pronto a essere conquistato da chi saprà avvicinarvisi con una strategia mirata e con la consapevolezza della diversificazione del target a seconda della piattaforma di riferimento.
I dati di Business Insider confermano questa differenziazione: Facebook sembra essere il regno delle persone con istruzione superiore, Twitter dei giovani delle aree metropolitane, Google Plus un mondo prettamente maschile e Instagram una piattaforma la cui utenza è prevalentemente femminile.

Fonte : Il Sole 24 Ore

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